Satori nello Zen è l’Illuminazione
É profondamente legato al concetto di intuizione, è infatti una profonda intuizione spesso folgorante e improvvisa.
Può essere permanente, uno stato mentale del praticante la meditazione, o un passaggio ad un più alto livello di coscienza, o ancora un momentaneo squarcio nel velo, l’illuminazione di un istante relativa ad un aspetto del tutto, ma sufficiente a far progredire chi la prova.
Sempre il satori è il risultato di un agire, di una meditazione praticata, ecco il significato del pittogramma a fianco: Ken to Zazen, Pugno e meditazione.
Il risultato è la scomparsa della visione errata del mondo come separato da se stessi.
La realizzazione dell’unione del sè con il Tutto, con l’esistente. In armonia con l’energia vitale (Ki).
Il Ki, in cinese Chi, Prana nello Yoga, è l’energia vitale universale che pervade ogni cosa consentendo la vita, il movimento e l’esistenza.
É veicolato dal respiro che con la mente (concentrazione) ne regola i movimenti.
Il Kiai, unione (ai) con l’energia vitale (ki), è il suono che viene emesso a compimento di una tecnica.
Per questo la corretta respirazione è fondamentale nella pratica marziale come nello Za-Zen o nel Pranajama, per poter produrre gli effetti fisici e spirituali per cui queste discipline vengono praticate.
Il Kiai è una modo per utilizzare e veicolare del Ki e deve essere emesso nella contrazione che conclude la tecnica, utilizzando il Seika tanden e unendo respiro, tecnica e corretta intenzione.
Il respiro, la concentrazione, la giusta intenzione, l’assenza di pensieri egoistici (separazione), la corretta azione lucidano e purificano la mente che diventa così vuota e pronta a ricevere, attraverso l’intuizione, i doni dello spirito, la verità, l’unione col Sè superiore, con il Tutto.
Queste pagine sono dedicate al Bu-do, la Via Marziale e sono realizzate dal Satori karate-do.
Il Satori karate-do nasce nel 1998 a Modena.