La carta numero 7 è associata alla sephirah Nezach, Vittoria, alla base del pilastro della Grazia.
Forza naturale, rappresenta il Fuoco di Chochmah (la ש che governa il pilastro della Grazia) su un piano più basso. Nezach esprime una energia più ‘condensata’, vicina ala luce astrale.
Un’energia formatrice che agisce in stretto rapporto con Hod, l’etere ricettivo che esprime le forme organizzate, legato all’elemento acqua (la מ che governa il pilastro della Severità).
Con Jessod (elemento aria, א del pilastro dell’Equilibrio) formano il triangolo associato al Mondo della Formazione (Olam Yezirah).
È manifestazione della Grazia creatrice, legata all’arte, all’ispirazione, all’istinto.
È associata ai Gemelli, al settimo sentiero che collega Chochmah a Chesed e alla lettera zain ז che rappresenta il 7, numero molto importante,basti pensare ai 7 giorni della creazione, ai 7 giorni della settimana, ai 7 palazzi celesti, al Giubileo che giunge dopo 7 volte 7, alle braccia della Menorah (il candelabro), alle 7 Sephirah dell’Edificio Cormico.
Forza e potere del discernimento, rappresenta il libero arbitrio, che genera e dirige i moti di chi ha dominato gli opposti attraverso la volontà.
Descrive lo sviluppo costruttivo della Creazione attraverso le leggi dell’armonia, l’energia che muove e anima il Mondo rappresentata dal punto all’interno della stella-esagramma (ו), vedi figura 1, e dalla forma stessa della lettera zain, descritta come una ו (Vau) sormontata da una י (Iod).
La Gematria completa della Zain (זין) dà 67, che dà 13, l’Unità אחד. Nella carta il Tutto-Unità è raffigurato da un condottiero impersonato da Artù di Britannia, emblema del Re saggio e illuminato. Simboleggia la sapienza spirituale che domina e dirige le due forze fondamentali formativa e ricettiva, attiva e passiva, rappresentate dai due leoni di diverso colore.
Il libero arbitrio, il giusto discernimento, guidano le due forze, che sebbene procedano in direzioni divergenti trascinano, condotte dal Re, il carro in avanti, verso la meta nella cui direzione ambedue guardano.
Il Duomo di Modena a cura di Patrizia Curti
Ad Artù, quale incarnazione di forze dalla valenza positiva, è ispirato l’auriga nella carta del Carro, ripresa dell’imponente Porta Regia, di struttura lombarda con la profonda strombatura e la soprastante loggetta, ove è collocata la copia della trecentesca statua in rame di San Geminiano.
La scritta Artus de Bretania presenta punti di separazione tra le sillabe, fori probabilmente fatti in un secondo momento, ma con lo scopo di suddividere le sillabe secondo un uso che si ritrova anche in altri edifici romanici.
Preceduta da quattro scalini, evocati nella carta, con il doppio protiro e i leoni stilofori che stringono tra gli artigli una preda, fu aperta agli inizi del XIII secolo in marmo e pietra di Verona per dare un ingresso monumentale alla chiesa anche dalla parte della piazza , sempre più importante per le funzioni civili e i commerci. Il termine “regia” infatti nel latino medievale indica la porta principale.