La Ruota

La decima carta è associata a Malkut, il Regno, sephirah alla base del pilastro centrale dell’Equilibrio e della Consapevolezza.

Sephirah ricettiva è chiamata anche la Piccola Madre a evidenziare il collegamento con la Grande Madre Binah, l’Etere superno (Avir Elijon).

Dal Regno parte la via spirituale che congiunge le sephiroth Malkut, Jessod, Thiphareth e, superando l’Abisso attraverso Daat, giunge a Keter.

Un per corso di illuminazione chiamato la Via della Freccia, che risale direttamente i diversi gradi di consapevolezza.

È associato alla lettera Jod י , valore numerico 10, al decimo sentiero che collega Binah a Geburah e al segno della Vergine.

Nel Mispar Qatan 10 viene considerato 1 a indicare la conclusione, la realizzazione di un ciclo, che è l’inizio di un altro: Malkut è il Keter di un altro livello vibrazionale.

Ognuno dei quattro mondi (piani di vibrazione) Aziluth, Brija, Yezirah e Assiah, comprende un intero schema sephirotico, le dieci Numerazioni.

En Soph attraverso la contrazione-concentrazione dello Zimzum צמצום emana Keter di Aziluth, la luce scende da qui fino al Malkut di Aziluth che emana il Keter di Brija, e così via fino alla condensazione del Malkut di Assia, il Mondo (vibrazione) del Fatto.

Come l’immagine del perno di una ruota, dieci percorre (contiene) tutti i numeri in un movimento ciclico.

Jod י è l’iniziale del nome divino יה, e indica la realizzazione, il completamento di un ciclo (e l’inizio di un altro), la creazione attraverso le dieci parole-Sephiroth con i dieci nomi divini a loro associati.

Nel Tetragramma יה , יהוה attraverso l’azione di ו crea il tutto ה, Malkut il Regno, dimora della Shechina la presenza immanente di Dio, l’ultima sephirah dell’Albero della Vita verso la quale convergono tutti i sentieri.

Iod י è associato a iad יד la mano simbolo del fare del realizzare, in Mispar Qatar è 4+1, i 4 elementi più la forza ricettiva dell’Etere אויר (Avir).

Nella carta la ruota è il rosone del Tempio, simbolo di luce e di energia. Sulla ruota si vedono tre mostri che rappresentano le forze Aria א, Fuoco ש e Acqua מ , associate ai tre pilastri dell’Albero della Vita.

Una in equilibrio in cima alla ruota e due che scendono e salgono ad indicare il ciclico movimento formativo e le apparenti alternanze positiva e negativa del moto e delle situazioni.

 

Il Duomo di Modena a cura di Patrizia Curti
La Ruota riecheggia il rosone aperto nella parte superiore della facciata dai Campionesi tra il secondo e il terzo decennio del XIII secolo per dare maggior luminosità alla chiesa.
Diversamente da altri rosoni costruiti sul modello della ruota della fortuna,questo con la croce al centro si rapporta al preciso significato cristologico. Sulla ruota, il cui numero di raggi è identico a quello del rosone campionese (24), si appoggiano creature ispirate alla manticora, al cinocefalo e al centauro.
In alto spicca il favoloso mostro dell’India con corpo di leone, coda di scorpione, ali e testa umana, che si credeva capace di emettere un sibilo insopportabile per l’orecchio umano: già ricordato da Plinio, in epoca medievale assume valenza demoniaca.
Al centro il cinocefalo intento a mangiare un grappolo d’uva dello stipite sinistro del portale con il corpo umano e il muso di cane, creatura mostruosa descritta nella geografia classica, spesso rappresentato nella scultura romanica, tipico esempio delle mitiche popolazioni dell’oriente registrate dal Liber monstrorum e oggetto di molte interpretazioni moralizzanti. Infine, in basso, l’allusione al centauro che si afferra la coda dello stipite esterno sinistro della Porta Principi.